sabato 3 marzo 2012

A Giovanni,al suo sorriso angelico con amore dalla sua mamma.




A Giovanni,al suo sorriso angelico con amore dalla sua mamma.

Ciao Giovanni, fa così freddo quaggiù ma io ormai è da tempo, da quasi tre anni, che credo  il mondo sia diventato freddo . Lo credo da quando sei andato via. Non c’è nessuna ricorrenza questa volta che mi spinge a scriverti , ma solo il desiderio di ” parlare “ con te, mi fa stare bene
.Lo so, a molti può apparire inutile un banale esibizionismo , un esagerato mettere in evidenza i miei stati d’animo non è così, tu sai quanto era importante per me il dialogare continuamente con te , parlare di tutto e così continuo a fare . Parlarti,  anche se sono parole, frasi dette mille volte in quasi tre anni, non importa, mi fanno sentire vicina a te anche questi soliloqui. Sono le carezze, i baci che materialmente non posso più darti sono come un lungo abbraccio che con la forza del mio amore supera ogni confine e dimensione e arriva lassù dove tu ora sei e ti stringa forte come solo una madre sa fare. Ho cambiato la mia vita perché gli altri me l’hanno cambiata, tesoro mio, tu mi conosci, non sono mai stata molto ottimista ma se un giorno, prima di quel terribile quattro settembre, qualcuno mi avesse detto che la vita, la nostra vita sarebbe stata capovolta così, avrei sorriso pensando che c’è chi è più pessimista di me. Ora sono qui, e quello che non avrei immaginato succedesse è accaduto ed io sto vivendo l’esperienza più crudele e terrificante che una madre può vivere… perdere suo figlio.. Ora sono qui a vivere e a capire che purtroppo il destino, la vita ci riserva strade ripide e dure da percorrere. La mia  strada  è portare una croce dura , pesante e piena di spine … Spine che fanno tanto male da desiderare che tutto finisca , così come finisce la vita di un ragazzo, quella del mio ragazzo che amava la vita, gli animali, la gente la sua arte e tutto ciò che faceva parte di questo  mondo che vedeva come  un teatro bellissimo da ammirare e amare. Così come è finita la vita di Giovanni, ed io mamma di questo meraviglioso figlio che io amavo e amo intensamente non riesco ad accettare. Finita per un errore umano, per mano di persone  che spesso, sempre più spesso agiscono non prestando la giusta attenzione nell’espletare il loro dovere di buoni medici, incuranti che la vita di un essere umano è ( o almeno dovrebbe essere ) la meta prioritaria e che il  camice bianco, non si indossa per calarsi nella parte di  un super eroi ma essendo coscienti di come un loro piccolo errore può annientare tutto in un attimo. Loro non hanno avuto cura di quanto avveniva, per loro la vita sarebbe continuata … per noi no,  così  finivano la vita , gli scherzi , i progetti  così, in un istante ho perso tutto per sempre. Sai Giovanni, sento ancora nelle orecchie come un’eco la tua  voce, che era quasi da uomo ormai, che pochi minuti prima di entrare  in quella maledetta sala,  salutandomi  mi diceva:   “mamma ci vediamo più tardi “, quel “più tardi” che non è arrivato mai più.  E’  bastato un attimo e la  tua  vita è stata spezzata per sempre e con la tua anche la mia vita. La sola cosa che potrebbe ridarmi vita è il tuo ritorno, Giovanni, perché quel giorno assieme a te sono morta anch’io. Sto male, ma nessuno riesce a capirlo, perché non può capire come si vive dopo che ti muore un figlio.  E’ avvertire dentro l’anima ogni giorno che passa sempre più il bisogno di gridare al mondo intero il mio dolore. Urlare non mi ridarà quello che ingiustamente mi è stato tolto…  Osservo chi a volte mi scruta, con occhi pieni di disagio misto a  pietà e capisco che nessuno vorrebbe essere me, che nessuno vorrebbe fare a cambio con il mio essere una mamma a metà come sono ora, ed io invece mentre mi sento diversa da tutti dico tra me e me “vorrei essere come voi, riavvolgere il nastro, di poco e poter  riavere il mio essere una mamma come lo ero prima felice, serena, appagata  e come tutte piena di speranza per il futuro dei miei figli. Percepisco il  disagio  e per evitare che chi mi si avvicina sia costretta a cercare frasi di circostanza, che cercano di consolare ma che non consolano  ( mi metto per un istante al loro posto ) e mi dico “ cosa può dare coraggio, sollievo di fronte a una realtà così atroce, niente. Allora non potendo “sopportare “ quella definizione con la quale sono spesso etichettata: “quella a cui è morto il figlio” , mi sono isolata da tutto e tutti e vivo questa mia vita tra i ricordi, la solitudine il rimpianto e quel poco che rimane di un tempo ormai passato dove tutto era gioia di vivere . Si eravamo felici , perché di quel poco che avevamo sapevamo gustare il lato buono, noi quattro insieme, la nostra modesta famiglia … Adesso restano solo i mille perché; perché la vita si è accanita così duramente contro mio figlio ,  contro noi …. Giovanni era mio, era nostro , perché non ha potuto avere il diritto di vivere. Ogni rumore,  ogni  circostanza mi riporta a te, e mi chiedo perché tanta crudeltà verso  una creatura meravigliosa come eri tu, e il mio pensiero di mamma  si pone mille domande , domande che resteranno senza risposta, come avresti affrontato la vita, se il destino non avesse deciso  diversamente , sono convinta che avresti avuto ancora più amore verso tutto e tutto, più altruismo verso gli altri, soprattutto verso i più deboli …. Ormai, sono solo  sogni, di reale resta solo la tua assenza Giovanni. Lo  so per molti sono patetica, non criticatemi, se potete,  vivere un dolore così inspiegabile sconvolge tutto il tuo essere, non sono la sola, altre mamme che vivono come me il mio stesso tragico problema mi comprenderanno, e anche a loro va il mio pensiero e mi sento vicina . Ognuna di quelle madri, ne sono sicura, avverte dentro lo stesso senso di vuoto che oramai è compagna costante della mia esistenza, che mi fa sentire strana, inquieta e soprattutto sfortunata, per non aver potuto gustare interamente la gioia che la vita regala a una donna quando diventa mamma. Vivere con un’angoscia simile è solo non vivere, sperare che tutto questo cambi, è solo un sogno irrealizzabile. Il mio  sogno di gioia era la mia famiglia tutta unita. Quel sogno che per me per tuo padre, per Giuseppe è irraggiungibile perché,  manchi tu per completarlo, porta il tuo nome, il tuo volto. Perché poterti vedere , esserti vicina , sentire la tua voce , vederti ridere o piangere oramai è solo un sogno, il ricordo che si cerca ad ogni costo di mantenere vivo. Tu sarai sempre mio figlio, sarai sempre con me , non è così gioia mia? Non importa se non rispondi , lo so mi ascolti , tu il dono  che  mi è stato donato da Dio e che per quattordici meravigliosi anni mi ha reso la persona più fortunata del mondo, ti ho toccato, abbracciato, ti ho vissuto, consolato  la mia  creatura che rasentava quasi  la perfezione in ogni cosa che faceva. Dalle piccole alle grandi cose, quanto amavi organizzare i tuoi giorni, vivere intensamente anche le piccole cose della quotidianità di tutti i giorni, quei giorni che ora a ripensarci sono volati via in fretta, troppo in  fretta prima che io mi rendessi conto che la mia vita insieme a te a Giuseppe e papa era stupenda. Ora quel sogno è svanito, ma io continuo ad illudermi e continuo a sognare di poterti proteggere, riaverti e starti ancora vicina. Come faccio, ormai non posso fare più niente di tutte queste cose. Sai Giovanni, mi capita spesso quando cala il buio della sera, di avere la sensazione che tu possa rientrare  a casa, o la mattina , quando fa giorno  alzarti e frettolosamente preparare  le tue cose per correre a  scuola e con il tuo dolce sorriso mi salutavi. Ero convinta che sarebbe stato per sempre, quando fuori piove mi trattengo a stento da seguire l’impulso di prendere il telefono per sapere dove sei, cosi facevo sempre, ti ricordi? Dove ti eri riparato dalla pioggia, raccomandandoti di stare attento. Poi faticosamente ritorno alla realtà e penso, ora tu sei già coperto e niente e nessuno più ti bagna e che più della morte nulla ti può accadere. Sei là in quel posto che mai avrei voluto pronunciare per la tua tenerissima età , quel posto tanto triste che una mamma mai vorrebbe varcare per andare a trovare un figlio, allora ritorno in me e piango interrottamente come questa pioggia che vedo scendere attraverso il vetro, lo stesso dal quale un tempo sbirciavo per vederti rientrare. Nonostante tutto sono felice di averti avuto con me, aver avuto i tuoi sguardi, il tuo amabile sorriso, ammirato la tua camminata disinvolta e sicura, i tuoi dipinti che con orgoglio vedevo realizzare con le tue mani che sfortunatamente adesso sono immobili. Il destino ha voluto che tu lasciassi tutto, ed ora ogni pennello,  ogni tua cosa, anche il letto sono li dove e come tu li hai lasciati ormai “senza vita”, sembrano cercarti e pieni di polvere stanno lì fermi come ad aspettarti per  riaverti e per ricominciare a vivere.  Guardo questa stanza, e il mio sguardo si ferma in un angolo, lo faccio spesso sai, li in una cornice c’è una foto, non una delle tante, una speciale perché è stato un tuo regalo per un mio compleanno. Ritrae te con le braccia tese, come a volermi abbracciare e con una dedica  parole semplici ma dette con il cuore, tutto ciò che facevi o dicevi venivano dal cuore.     
“Dolce mamma, tu sei come un angelo che con il tuo amore mi proteggi e mi fa sentire il bambino più amato e fortunato del mondo.   Ti voglio bene, Giovanni “ .  
Rileggo quelle parole, anche se sono incise nel mio cuore e nel mio dolore mi ritengo non meritevole di tanto amore, perché credo di aver mancato a un giuramento che avevo fatto a me stessa, proteggere i miei figli da qualunque cosa, e invece quando tu avevi più bisogno della mia protezione, io non ero li con te, non ho percepito il pericolo, non sapevo che dietro quella maledetta porta tu stavi perdendo la vita. I sensi di colpa mi attanagliano, Lo so,  potevo fare poco di fronte al mistero che la vita riserva, ma ti prego, Giovanni,  stammi vicino. Ora tutto si è invertito, ora sei tu, che sono convinta, mi proteggi da lassù, sei tu che nei miei momenti di disperazione mi spingi a leggere passi della Sacra Scrittura  per trovare conforto, come è scritto: “ Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio ne grido di dolore. Le cose precedenti sono passate “ … chissà se ti rivedrò un  giorno, questo solo io voglio. Giovanni, la mia fede a volte vacilla, ma vorrei ritornare a credere, avere fede, affinché Dio un giorno mi dia una  possibilità di riabbracciarti. Ora io sono il piccolo essere da proteggere, da guidare e  tu, un angelo, che può indicarmi la via …. Intercedere per me con Gesù affinché questa matassa ingarbugliata che è la mia vita senza te possa trovare un po’ di pace … Guardo ancora quella foto e il tuo sorriso sembra volermi dire “ripeti con me:  Gesù, io confido in te”,  ed io con la mente mi rivolgo a Lui e gli chiedo con il cuore in mano, Tu che puoi, abbraccialo forte forte  da parte mia,  ti prego.   

Ti voglio  Bene,  Mamma.